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FARE SQUADRA CONTRO LE FRODI 12-06-2018

I sinistri critici che non sono soggetti a indagine giudiziaria ammontano a 450 milioni di euro. Per arginare il fenomeno, in cui il 48% degli eventi è di origine dolosa, serve un approccio sistemico e la sinergia fra i diversi soggetti coinvolti. Questo il leit motiv del convegno Danni critici: aspetti sistemici, organizzato a Roma da Assit e dedicato alla figura del perito-imprenditore, tanto innovativa quanto in evoluzione.
Dopo l’edizione dello scorso anno, incentrata sulla definizione e misura della competenza ai fini della perizia, l’evento del 2018 ha visto il focus sulla ricerca di “azioni sistemiche in collaborazione con tutti i soggetti coinvolti in un sinistro”, ha spiegato Aldo Rebuffi, presidente Assit, per dare al cliente il miglior supporto possibile, ma anche per individuare eventuali fenomeni fraudolenti che anche il legislatore sta cercando di debellare con le nuove normative.

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ACQUISIRE LE COMPETENZE TECNICHE

Fra gli attori del processo liquidativo, molto coinvolti sono anche i vigili del fuoco preposti non solo a un tempestivo intervento, ma anche alla sensibilizzazione su tematiche cruciali nel lavoro di perizia. Una di queste, ha spiegato il rappresentante del Corpo, Giuseppe Paduano, è il comportamento al fuoco del materiale che, se ignorato, non consente di individuare la causa. “Senza l’acquisizione di conoscenze tecniche – ha sottolineato – non si può sapere che esistono materiali che, pur avendo un comportamento al fuoco apparentemente buono, bruciano senza fiamma con una produzione di fumi molto elevata”. Paduano ha esortato i periti a dubitare del classico corto circuito laddove, in caso di piena osservanza delle normative, è difficile che questo possa causare un incendio di proporzioni importanti. Qui è fondamentale verificare l’omologazione e la marcatura CE senza la quale prodotti e materiali non possono essere immessi sul mercato.
“Individuare le cause è il primo gradino del processo liquidativo”, ha evidenziato il presidente Assit, confermando l’importanza di acquisire le competenze tecnico-scientifiche. Ma non basta essere dei buoni tecnici: “serve il tatto e la collaborazione con i soggetti interessati (Autorità, Vigili del fuoco, Usl, Arpa, compagnie, produttori) per interagire in uno scambio reciproco”. E ancora, ha osservato Rebuffi, “compagnie e periti devono stringere un patto: un capitolato nel rispetto della privacy”.

UN PROTOCOLLO ANTIFRODE

Su questo aspetto si trovano concordi gli assicuratori, sempre molto attenti alla definizione di iter codificati con cui poter ottimizzare il processo liquidativo e contrastare le frodi. Ad esempio, il modello messo a punto da Sara Assicurazioni ha consentito notevoli risparmi grazie al lavoro di squadra fra i tre attori principali: liquidatore, perito (affiancato dal fire investigator) e avvocato. Oltre a ciò, si è rivelata efficace la definizione di un iter che parte dall’individuazione del nesso di causalità, fino all’analisi delle tracce e alla sintesi per individuare la causa dell’incendio. “È molto importante l’indagine sui precedenti – ha sottolineato Michele Grilli, responsabile sinistri auto under di Sara Assicurazioni – per arrivare a chiedere il non pagamento del sinistro o addirittura produrre una querela”. L’attività di contrasto ai fenomeni fraudolenti portata avanti da Sara Assicurazioni ha consentito alla compagnia di produrre, nel 2017, un risparmio di 5 milioni e 350 mila euro (+48%), con punte in Campania (1 milione 800 mila) e Veneto (800 mila euro), ma con buoni risultati anche in Lazio (650 mila), Toscana e Calabria (300 mila).
Un modus operandi se lo è dato anche Cattolica Assicurazioni, come ha spiegato Andrea Mormino, responsabile polo sinistri property, che ribadisce l’importanza di mantenere un approccio sistematico e non inquisitorio, fondato sull’analisi degli indizi da mettere a disposizione di fire expert, legali, forze dell’ordine e procure, in un atteggiamento di collaborazione e sinergia fra gli attori coinvolti. Qui lo sforzo della compagnia è quello di “garantire un maggior coordinamento, attraverso incontri congiunti e la definizione di un obiettivo comune”.

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